Nostra intenzione per il 2024 è quella di continuare la nostra avventura con escursioni di un giorno a cadenza settimanale, proponendo difficoltà di vario livello sulle montagne delle nostre zone allargate successivamente a tutto l’arco alpino. Le escursioni saranno effettuate di settimana con almeno un’uscita al mese programmata di SABATO per consentire un’ampia partecipazione. Nel 2023 abbiamo effettuato una quarantina di escursioni per un dislivello di oltre25.500 metri con una distanza di 440 km!
Di seguito trovate una carellata di fotografie di ogni escursione.
Ciaspolata Maniva
Oggi bella ciaspolata sul Maniva, montagna dei bresciani. Abbiamo raggiunto il dosso dei Galli dove si trova in completa rovina, danneggiata da vandali, la ex base NATO con i suoi enormi radar!
Altopiano di Asiago – Cima Laste
Anche oggi appagante escursione ad anello in val Formica con una bella ciaspolata sull’altopiano di Asiago che ci ha portato a cima Laste. Partiti dal parcheggio del rifugio Larici in val Formica, chiudiamo l’anello con le gambe sotto il tavolo del Rifugio Formica !
Le Viote del Bondone TN – Cima La Rosta
Un’escursione con vista a 360° sul massiccio del Bondone, là dove volano le aquile. L’itinerario effettuato oggi (circa 10 km con 385 mt. di dislivello) parte dalle Viote e conduce sui dolci pendii della cima La Rosta, dai quali lo sguardo spazia su ampi panorami spettacolari: la cima è uno splendido davanzale che guarda da un lato sulla Valle dell’Adige, e dall’altro sulla Valle dei Laghi e più in là fino al massiccio del Brenta. Bellissima e numerosa compagnia con parecchi “nuovi” partecipanti ! Quello che non ci è mancato è il freddo e il vento…
Cima Vezzena o Pizzo Levico
Cima Vezzena si trova a quota 1908 m e qui ammiriamo i resti del Forte Spitz Verle, edificato durante la Grande guerra, tra il 1910 e il 1914, dall’impero austro-ungarico. Data la sua posizione strategica, fungeva da osservatorio. Veniva chiamato “l’occhio degli altipiani”. La vista che si gode dalla cima è davvero impressionante: sotto di noi la Valsugana e i laghi di Levico e Caldonazzo, in lontananza le Dolomiti di Brenta; a destra Cima Mandriolo, Cima Portule, Cima XII e il Monte Ortigara, e poi la catena del Lagorai sullo sfondo. A pochi Km (fatti in auto), andiamo poi ad ammirare il Cervo di Vaia. L’autore dell’opera è dello scultore Marco Martalar, autore nel 2021 del famoso Drago di Vaia, purtroppo incendiato nell’agosto 2023, la grande Lupa del Lagorai e l’Aquila di Vaia. Per realizzare il Cervo di Vaia, lo scultore è partito dagli alberi distrutti dalla tempesta Vaia, che si è abbattuta sul Trentino nell’ottobre del 2018. Martalar ha ridato vita al legno raso al suolo da quella devastazione, realizzando un’opera d’arte fatta a mano, che cambia con il variare del tempo e delle stagioni.
da Picedo alla chiesetta alpini di Salò
Oggi escursione molto facile con un gruppo numeroso, da Picedo di Polpenazze alla chiesa dei Alpini di Villa di Salo, con un panorama stupendo sopra il golfo di Salò (meteo permettendo…).
Il percorso è stato di 13,4 km andata ritorno con un dislivello di circa 243 m.
Rifugio Gherardi ai Pian dell’alben
Facile ciaspolata in Val Brembana (BG) nel meraviglioso scenario appena innevato delle Prealpi Orobiche!
I pendii, mai ripidi, si susseguono ad aperte praterie esposte a sereni orizzonti che interessano i Piani dell’Alben in alta Val Taleggio. Appena dopo il rifugio Gherardi alzandoci di quota di pochi metri raggiungiamo il piccolo ma grazioso rifugio privato Cesare Battisti (1685 m.) posto in panoramica posizione sui Piani dell’Alben, sul Resegone, sulle Grigne e sui Piani di Artavaggio.
Trivigno – Anello del Giovello
Facile ciaspolata sulle Orobie Valtellinesi. Lasciata l’auto in località “Panizza in leggera salita ci si dirige verso est raggiungendo la località “Alpe Strencia”. In questo tratto del percorso il bosco risulta molto aperto e i panorami sulle cime che ci circondano sono mozzafiato. Da questo punto si continua seguendo l’itinerario a destra sul versante esposto a sud del monte Giovello dal quale avremo modo di poter osservare tutta la catena delle Alpi Orobie Valtellinesi e Camune. Non è mancato il divertimento con la costruzione di ben tre pupazzi di neve !
Rifugio Predaia – Corno di Tres
Bella e sicura escursione che si snoda principalmente su strade forestali per poi imboccare un sentiero nella parte finale. Il Corno di Tres è una meta molto ambita, la traccia era ben battuta e con l’ausilio dei nostri ramponcini nei tratti ghiacciati il percorso è stato agevole. Il punto di partenza è presso il Rifugio Predaia Ai Todes. Dalla cima del Corno di Tres stupenda vista a 360° e rientro per il crinale attraverso il sentiero Cai 500. Circa 10 Km con 470 mt di dislivello.
Altopiano di Cariadeghe Monte Ucia e Corna di Caino
Bella escursione ad anello sull’altopiano di Cariadeghe (Serle). Lasciamo le auto al parcheggio di fronte al rifugio degli alpini e prendiamo la strada in direzione della Bocca del Zuf seguendo il cartello del CAI bianco e rosso che indica per il Monte Ucia. La strada diventa sterrata e poi sentiero che continua con alcuni saliscendi e passando alcuni appostamenti di caccia ci porta sul monte Ucia. Proseguiamo prendendo il sentiero a destra per salire sulla Corna di Caino, passando tra una stretta roccia e aiutandoci con delle corde metalliche, ma senza grosse difficoltà. Ammiriamo la bellissima veduta su Caino e sui monti che circondano la zona. Tornati sul sentiero principale proseguiamo il nostro anello fino ad arrivare al Monastero di San Bartolomeo ottimo punto panoramico sul lago di Garda. Facciamo un ultimo sforzo per arrivare al punto di partenza.
Monte Sant’Emiliano e Cascate Redocla
Il percorso a semi-anello di oggi, partendo dalla Valle di Sarezzo, ci ha portato al Monte S. Emiliano (1.191 m.) crocevia di sentieri che salgono da Sarezzo, da Zanano, da Gardone, da Marcheno e da Lumezzane. Prima di raggiungere il monte, situato sul punto più alto del percorso, passeremo nei pressi del Rifugio GAM (gestito dagli Amici della montagna, gruppo di escursionisti interno al GAM) Il santuario di Sant’Emiliano e Tirso viene fondato attorno al XII secolo. A insediare qui un santuario è stato l’ordine dei frati Umiliati, dedito a pastorizia e lavorazione della lana, a loro appartenuto fino alla fine del XVI secolo quando finisce sotto il patronato del Comune di Sarezzo. Prima dell’ottimo pranzo presso il rifugio facciamo una puntata alla grotta di Santa Cecilia. Suggestiva è la leggenda che ha dato il nome all’omonima Corna. La santa inseguita da alcuni pagani, vistasi raggiunta, alzò le braccia al cielo e per incanto s’aprì, tra lei e i persecutori, un orrendo baratro che oggi costituisce l’impervio versante nord della montagna. Ai bordi di una grotta due incavi sono, secondo la leggenda, le impronte delle mani della santa. Ora, dopo aver salutato e ringraziato gli amici del GAM Sarezzo, non ci resta che proseguire verso la forcella di Vandeno e incontrato il torrente Redocla percorrerlo fino alle omonime Cascate prima di rientrare al punto di partenza.
Totale 11 Km con un dislivello di oltre 950 metri.
Lessinia – Corno d’Aquilio, Monte Cornetto e Cima Mozza
Il punto di partenza di questa escursione sul Corno d’Aquilio (1545 m.) è la piccola contrada Tommasi presso il comune di Sant’Anna di Alfaedo.
Si tratta di un’escursione di media difficoltà che raggiunge alcuni dei punti più panoramici con viste mozzafiato sui Monti Lessini, sul Carega, sul Brenta e sulla Val d’Adige. Ci avviciniamo alla Spluga della Preta,una cavità carsica che si inabissa per 879 m. con una serie di pozzi verticali, collegati da sale e cunicoli. E’una delle più conosciute cavità carsiche del mondo. L’ingresso è consentito ovviamente solo agli speleologi, previa autorizzazione, mentre potremo entrare nella vicina grotta del Ciabattino, una suggestiva cavità conosciuta per le splendide formazioni di ghiaccio presenti fino a tarda primavera. Nel nostro giro ad anello tocchiamo altre due cime. Raggiunto Monte Cornetto (1543 m.), sul quale è collocato l’ex ripetitore SIP, facciamo una piccola pausa pranzo al sacco. Riprendiamo quindi il nostro giro fino a toccare anche il Corno Mozzo (1535.) sul quale cima si trova un grosso cumuli di pietre e una piccola croce. In questo giro Roberto ci delizia con alcune belle riprese aeree col suo Drone.
Cima Vignole e Corna Trentapassi da Zone
Venerdì la nostra meta è stata la Corna Trentapassi (1.248 m.). Posizionata sulla sponda orientale del lago d’Iseo, è una montagna delle Prealpi Bresciane che segna l’inizio della valle Camonica. E’ costituita da rocce calcaree che le conferiscono un aspetto aspro e scosceso; scarsa è la copertura vegetazionale, in modo particolare sul brullo versante Sud. Curiosità: il nome Trentapassi costituisce uno dei tanti casi di “mala italianizzazione” dei toponimi locali!. Infatti il nome bresciano per il Trentapassi è “Trè Tapàs”, che significa “tre spunzoni”, denominazione che trova evidente riscontro nell’aspetto del monte dotato di tre cime, mentre non vi è traccia alcuna dei 30 passi! La vetta, nonostante la quota relativamente modesta, è un ottimo punto di osservazione del lago e di Monte Isola. Potremo ammirare anche l’imponente profilo del monte Guglielmo e della Punta Almana. In vetta la vista spazia inoltre sulle cime del versante bergamasco del lago tra cui monte Bronzone e monte Creò. Prima di salire alla Trentapassi ci siamo allungati in vetta al monte Vignole dove sorge una piccola croce in ferro.
Cima Comer e Denervo con grigliata finale
Anche oggi bella escursione ad anello nel Parco Alto Garda Bresciano. Arrivati in mattinata nei pressi dalla casa alpina ANA di Briano veniamo colti da una veloce e imprevista nevicata (!). Partiamo e raggiungiamo prima Cima Comér (1281 m.) e successivamente il Monte Denervo (1461 m.) facenti parte delle Prealpi Bresciane e Gardesane–Prealpi Gardesane Sud-occidentali e appartenenti al gruppo del Pizzoccolo-Zingla-Manos. Visuale molto ampia: da ovest a nord, la Val Vestino con il monte Vesta, il monte Carzen, il monte Manos, il monte Stino, il monte Cingla . A maggiore distanza, osserviamo anche la cima del monte Altissimo di Nago, mentre gran parte dell’orizzonte orientale è delimitato dalla lunga cresta sommitale e dalle numerose elevazioni del monte Baldo con cima Telegrafo. Il Lago di Garda domina la vista su quasi tutto il percorso.
Dopo una così bella escursione cosa c’è di meglio di una bella grigliata in ottima compagnia?
Biacesa – Chiesa di San Giovanni e bocca Pasumer
Sfidando le previsioni meteo avverse, oggi siamo partiti dal rinnovato parcheggio di Biacesa in Val di Ledro per raggiungere la chiesetta di San Giovanni, luogo piuttosto frequentato, anche se lontano dall’affollamento della vicina strada del Ponale, mantenendo così intatto il fascino di un piccolo e defilato pulpito panoramico. Ben più silenzioso è comunque sentiero che conduce a bocca Pasumèr, tra resti di trincee della Grande Guerra e fitti boschi. Abbiamo avuto modo di esplorare le grotte della Prima guerra mondiale in cui è allestita una bella mostra fotografica della Grande guerra dedicata al maestro Vittorio Grazioli. Nel complesso, l’itinerario percorso rappresenta una valida alternativa a quelli più famosi di quest’area, senza tra l’altro presentare difficoltà tecniche. Dalla terrazza del bivacco Arcioni si domina tutto il Lago di Garda, chiuso dalla caratteristica sagoma allungata del Monte Baldo.
Cima Socede 2173 m.
Anche oggi ottima escursione in una delle zone più belle della catena dei Lagorai, nel grandioso anfiteatro della parte terminale della Val Campelle. Prima di raggiungere la cima Socede passiamo dal passo Cinque Croci (2018 m.) dove è collocata la caratteristica croce in ferro in memoria dei caduti della Grande Guerra. Superba la vista che si apre sulla catena del Cauriol-Cima di Cece e sulla Cima d’Asta. Dalla cima il panorama a 360° è grandioso! col massiccio di Cima d’Asta, Cima Lasteati e la piramide del Cengello ad est mentre ad ovest la vista spazia dalla Cima delle Stellune, Cima delle Buse, Ziolera, Cima Valpiana, Ciste e Salubio.